Giuseppe Garibaldi nacque il 4 luglio 1807 a Nizza da genitori liguri. Era un patriota e un grande comandante militare.
Seguiva i moti di indipendenza ed è morto per il suo impegno nella lotta all’unità italiana.
E’ conosciuto come “Eroe dei due mondi”. Garibaldi fin da subito dimostrò poco interesse per gli studi prediligendo la vita di mare. Nel 1836 a Marsiglia all’età di 29 anni, fu condannato a morte in contumacia e costretto alla fuga in sud America. Poco dopo conobbe Anita.
Garibaldi partecipò alla seconda guerra d’indipendenza, durante la quale gli venne affidato il comando del piccolo corpo di spedizione.
Il 15 maggio 1860 le camicie rosse vinsero l’esercito borbonico a Calatafimi. Garibaldi fu generale nel corso di molte rivolte; durante lo sbarco in Calabria migliaia di cittadini siciliani si unirono ai mille nella speranza di un cambiamento sociale ed economico. Dopo avere riconquistato il Sud Italia, consegnò i terreni conquistati a Vittorio Emanuele che solo un anno dopo venne eletto Re d’Italia.
Successivamente Garibaldi si ritirò per dedicarsi alle questioni politiche. Nel 1861 gli venne chiesto di guidare l’esercito unionista, ma lui rifiutò.
Ci si aspetta che un grande eroe come Garibaldi abbia avuto una vita mondana e ricca ma non è così. Visse in una modesta fattoria con i suoi genitori, poi si trasferì per lavorare come mozzo sulle navi. La scelta di aggregarsi all’organizzazione politica di Mazzini non gli diede i risultati tanto attesi.
Giuseppe girò il mondo; partecipò a numerose guerre in America Latina; combatté in Brasile, dove conobbe la donna della sua vita.
La possibilità di una guerra in Austria lo fece tornare in patria, pronto a collaborare con Carlo Alberto, il quale però rifiutò. Insieme ad alcuni volontari continuò la sua rivolta contro gli austriaci. Tornato a Roma fu nominato generale di brigata e respinse al di là del confine le truppe napoletane.
Il 2 luglio dovette lasciare Roma così iniziò una marcia leggendaria durante la quale morì Anita.
Nell’aprile 1851 tornò ad imbarcarsi, da Londra sì recò a Genova e a Nizza dove nel frattempo gli era morta la madre. Nella seconda guerra d’indipendenza vinse gli austriaci a Varese. Nel 1862 venne imprigionato in Calabria e dopo tante altre imprese si ritirò nelle fattoria sull’isola di Caprera.
Nell’ultima fase della sua vita appoggia un’organizzazione operaia italiana, eletto deputato di Roma nel 1874 sostenne i suoi progetti di bonifico del territorio. Fu anche scrittore e scrisse romanzi e autobiografie.
Giuseppe Garibaldi eroe dei due mondi morì a Caprera il 2 giungo 1882.